I dati sui vini importati in Brasile di dicembre confermano quanto sia stato sorprendente il 2020. L’anno si è concluso con la prevista crescita delle importazioni: l’aumento è stato del 26,5% in volume e del 13,6% in valore (US$) rispetto al 2019, con l’Argentina che assume la 2° posizione nella classifica dei paesi che esportano di più in Brasile, cosa impensabile fino al 3° trimestre.
Su una classifica invece formata dal valore (US$ FOB) importato, l’Argentina ora occupa il 2° posto, e il Portogallo, che aveva conquistato tale posizione, nel corso del 2020 scende al 3° posto; se consideriamo invece il volume la vice-leadership continua con il Portogallo, il Cile mantiene il podio, sia in volume di bottiglie che in valore.
I numeri dei vini importati in Brasile nel 2020
In totale sono state importate 16,8 milioni di casse da 12 bottiglie, con un aumento di 3,5 milioni di casse o 42 milioni di bottiglie, rispetto al 2019. Un numero impensabile dell’anno, con l’arrivo delle prime notizie sul coronavirus in Brasile.
Questa crescita è stata guidata dai vini fermi. Mentre l’import di vini è cresciuto lo scorso anno del 28,6% in volume, rispetto al 2019, nello stesso periodo l’importazione di champagne è diminuita del 36,2% e quella di spumanti e prosecchi del 20,1%.
La crescita argentina è scaturita dalla scommessa di alcuni importatori di acquistare vini molto più economici dal paese del tango. Le importazioni di etichette con prezzi FOB Argentina inferiori a $19 sono aumentate di oltre il 100% lo scorso anno. In media l’importazione di vini da tutti i paesi in questa fascia prezzo è aumentata del 64%, raggiungendo un volume di 7,4 milioni di casse, pari a 112 milioni di US$ FOB.
Le importazioni argentine sono state accelerate nell’ultimo trimestre.
Solo confrontando dicembre 2020 con 2019, le importazioni CILENE sono aumentate del 38% in volume e del 30,9% in valore. Gli acquisti di vino dall’Argentina, a loro volta, sono cresciuti del 97,3% in volume e del 95,1% in valore sempre paragonando lo stesso periodo “dicembre 2019-2020”. E anche quelle dal Portogallo sono aumentate del 66,3% in volume e del 79,9% in valore, nello stesso periodo.
In volume, l’aumento è stato del 52,8%. I vini fermi sono aumentati del 56,1%, con 1,5 milioni di casse. Lo Champagne ha registrato un calo del 13,1% in volume e gli spumanti e i prosecchi dell’11,5%.
La classifica dei principali paesi da dove il Brasile ha importato i vini nel 2020
A dicembre 2020 l’import di vini e spumanti è cresciuto del 53,6% in valore, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, raggiungendo i 41,9 milioni US$. Lo champagne invece ha registrato un piccolo aumento del 5,4% e gli spumanti importati invece un calo del 4,8% .
Questo aumento di oltre il 50% delle importazioni a dicembre è stato sicuramente incoraggiato dal cambio valuta favorevole: le società d’importazione hanno approfittato della piccola variazione negativa della valuta statunitense alla fine dell’anno per nazionalizzare i prodotti e per rifare le scorte. Ma questo aumento indica anche che le aziende potrebbero essere rifornite (in effetti, questo è molto probabile!). Movimenti come il “bota-fora dos vinhos” (una specie di ricambio stock), che tradizionalmente avviene tra gennaio e febbraio, dovrebbero confermare questo aumento delle scorte degli importatori.
Un altro punto del 2020 è la diminuzione del prezzo FOB pagato per il vino importato. Anche con la svalutazione media del REAL intorno al 30% nel 2020, il prezzo all’importazione FOB, che aveva chiuso la cassa da 12 bottiglie a 27,8 US$, è ora sceso a 25US$ a parità di volume di vino.
Come mostrano i dati, il 2020 si è rivelato un anno di grande successo del vino tra i brasiliani. I report forniti sopra dal nostro partner, Felipe Caltaroça CEO della società di consulenza Ideal Consulting, ci dimostrano che il consumo di vini importati e prodotti nazionali pro capite ha raggiunto i 2,80 litri (tra i maggiorenni), con un incremento di quasi il 30% rispetto al 2019.
Il valore medio dei vini importati in Brasile negli ultimi anni
Questo andamento è stato causato principalmente dall’arrivo del coronavirus: i brasiliani hanno trascorso più tempo a casa facendo acquisti online e/o nei supermercati, dal momento che bar e ristoranti per la maggior parte dell’anno sono stati chiusi. L’aumento del dollaro nei confronti della moneta nazionale, il REAL, a causa delle incertezze della pandemia, ha fatto aumentare notevolmente il consumo di vini nazionali, ma ha anche indotto gli importatori ad investire in etichette più convenienti per la vendita al dettaglio.
Nel corso dell’anno 2020, il mese di luglio ha battuto il record di fornitura, con oltre 63,4 milioni di litri di vini fermi nazionali e importati venduti nei mercati.
Il mercato dei vini nazionali
Le etichette nazionali hanno comandato l’andamento del consumo di vino durante tutto il 2020, registrando un balzo del 58,11% da gennaio a novembre rispetto allo stesso periodo del 2019, da 14,3 milioni a 22,7 milioni di litri. Tra gli spumanti la differenza rilevata da un anno all’altro è stata di 1,07 milioni di bottiglie in meno, principalmente per mancanza di rifornimenti (si è registrata una mancanza dell’offerta di bottiglie) ed inoltre l’annullamento di eventi.
Per Deunir Argenta, presidente dell’Unione Brasiliana della Vitivinicoltura (Uvibra), il prolungamento della pandemia ha influenzato direttamente le vendite di spumanti. Ma, in generale, crede che il vino nazionale sia uscito vittorioso trovando un riscontro molto positivo tra i brasiliani.
“La percezione della qualità del prodotto da parte dello stesso brasiliano, che spinto dall’aumento del dollaro, ha iniziato a scegliere etichette nazionali, è motivo di festeggiamenti, perché segna una nuova epoca per il settore. Il consumatore è aperto a vivere nuove esperienze, a fare scoperte”, afferma.
Tra i motivi che lo portano a credere in questa volontà dei brasiliani di provare sempre di più le etichette nazionali non c’è solo la questione del “prezzo”, ma soprattutto la varietà. Il Brasile produce vini e spumanti in 26 regioni distribuite in dieci stati, principalmente nel sud del paese, parte del sud-est e nella Valle di São Francisco, tra Bahia e Pernambuco.
La previsione per i vini importati in Brasile nel 2021
“Dobbiamo sottolineare che il 2020 è stato un anno unico, insolito. Con la ripresa della quotidianità delle persone dopo il vaccino, è molto incerto l’andamento del consumo del brasiliano che ha provato nuove bevande. Ma vediamo che la frequenza è cresciuta dal 2019 e dovrebbe continuare così”, aggiunge.
Tra i dati ottenuti si rileva infine l’aumento del consumo di vini rosati nel mercato nazionale, con una media del 30% annuo.
“Il Brasile è un mercato interessantissimo e molto attratto dalle etichette italiane. Il 2021 è iniziato con una richiesta “boom” di vini italiani e non parliamo solo di entry level visto che la GDO brasiliana sta rivoluzionando il suo concetto di distribuzione (in tutto il mondo sta cambiando l’ottica di distribuzione del vino seguito la pandemia), abbiamo ricevuto tutti i tipi di richiesta. Il denominatore è comune però: Ci vogliono aziende che abbiano voglia di mettersi in gioco con l’importatore, far crescere il brand e rimanere sul mercato. Si lavora in ottica di partnership.”
Karine de Souza – CEO KDS Food&Wines.
E come tutti i mercati esteri, va affrontato con professionalità, pianificazione, strategia e pazienza, nonché con il supporto di un consulente competente e con esperienza e conoscenza del mercato e cultura locale.
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fonte: Ideal Consulting – https://idealbi.com.br/